mercoledì 17 aprile 2013

Terremoto in Iran testimonianza di Maryam Rajavi Segretario del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana

Un forte terremoto con epicentro nell'est dell'Iran ha causato decine di vittime in Pakistan e centinaia di feriti sui due lati della frontiera, facendo tremare l'intera regione dal Golfo persico all'India. La difficoltà di accedere alla zona e la scarsa trasparenza del sistema informativo iraniano, fanno temere decine di vittime anche in Iran.
Il sisma, il secondo che colpisce l'est del Paese in otto giorni, è stato stimato di magnitudo 7,7 Richter dal Centro di sismologia iraniano e 7,8 su una differente scala da quello di geofisica americano. Il terremoto stavolta ha avuto l'epicentro nella provincia iraniana del Sistan-Balucistan, 81 chilometri a nord della città di Saravan. Secondo le autorità iraniane è stato il più potente almeno degli ultimi 50 anni e un responsabile del centro di ricerca sismologica dell'Università di Teheran ha spinto il precedente a circa 100 anni fa. Le vittime accertate in serata sono almeno 35: secondo un annuncio delle autorità, 34 sono segnalate in Pakistan, in differenti zone della provincia del Baluchistan, per la maggior parte nell'area di Mashkel. Centinaia sono le persone rimaste ferite, fra cui circa 50 scampate al crollo di un edificio a Karachi.

In Iran la Tv statale Press Tv ha annunciato un solo decesso dopo che le autorità avevano sostenuto che non ci sono state vittime, smentendo così una fonte ufficiale che paventava centinaia di morti. Almeno 40 vittime erano state segnalate da fonti ufficiose riprese dalla Tv di stato, dall'agenzia ufficiale Irna e dalla semi-ufficiale Ilna. Fonti locali citate dai siti dell'area si erano spinte a precisare che i morti fossero "almeno 81" e "migliaia" gli edifici crollati.

La prefettura di Saravan ha segnalato "soltanto 27 feriti" ma non è stato dato risalto a un bilancio complessivo dei ferimenti. Già nel sisma della settimana scorsa vi erano state discrepanze fra il bilancio ufficiale di 37 morti e informazioni ufficiose rilanciate dagli stessi media iraniani. Il terremoto è avvenuto alla profondità di 80 chilometri e questo spiega come mai il sisma sia stato avvertito anche negli Stati del Golfo persico come gli Emirati Arabi dove ci sono state evacuazioni a Dubai, e in India, dove hanno tremato alti edifici di New Delhi spingendo la gente per le strade. La profondità, secondo un esperto iraniano, ha anche attutito l'effetto in superficie rendendolo equivalente ad un sisma di magnitudo 4. La zona, come hanno sottolineato Mezzaluna rossa e unità di crisi iraniana, è desertica e scarsamente popolata, contribuendo così al contenimento dei danni umani e materiali.

Come già nel sisma che ha colpito proprio martedì scorso l'omonima provincia, anche stavolta la centrale nucleare iraniana di Bushehr non ha subito danni: lo ha sostenuto l'Agenzia atomica della Russia, Paese che ha costruito l'impianto sito a circa mille km dall'epicentro del sisma, e quella iraniana in una comunicazione rivelata dall'Aiea, l'Ente internazionale di controllo. L'Iran del resto è un Paese fortemente sismico: già nell'agosto scorso 2012 vi era stato un terremoto con 306 morti e circa 4.500 feriti a Tabriz, nel nordovest. Il sisma che nel dicembre 2003 colpì l'antica città di Bam causò tra i 25mila e i 31 mila morti a seconda delle stime e ancor più tragico fu il terremoto del giugno 1990, ancora una volta nel nord-ovest, che fece circa 37 mila vittime e più di 100 mila feriti nelle province di Gilan e Zanjan.
  
A seguito di un contatto con la Signora Maryam Rajavi, Segretario del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana si è appreso che ha chiesto a tutti i cittadini delle regioni di Sistan , Baluchestan  e regioni limitrofe di portare soccorsi alla popolazione terremotata in modo molto pratico, estraendo i corpi ancora in vita e portarli nei presidi ospedalieri disponibili. La Presidente della Resistenza iraniana a fatto pervenire questo invito in quanto si riscontrano gravissimi ritardi del regime dei mulà nel prestare soccorsi e la tendenza a mostrare in maniera riduttiva i danni dovuti a questa calamità. I dati ufficiali sono molto discrepanti fra loro, come già accennavo sopra e non concordano con dati reali locali.. Maryam Rajavi ha ricordato che lo stato delle strutture delle case cittadine che rurali, l'assoluta carenza dei soccorsi , il mancato soccorso alle persone deboli è una conseguenza del nefasto governo del velayat-efaghig che ha speso la maggior parte della ricchezza del paese per i folli progetti nucleari in attoe per alimentare il processo mortale di repressione da tempo avviato.
Pur nella consapevolezza che questo Paese è ad altissimo rischio sismico,  nulla però è stato fatto, ativando una seria pianificazioni di interventi, per prevenire e/o contenere i danni che il succedersi dei terremoti causa.
La grande perdita di vite umane, della quale non avremo dati certi, è da considerarsi solo un effetto collaterale di una calamità naturale.
La più grande calamità dell'Iran sta proprio nella governance del Paese che con l'aiuto dei mulà costringono uomini e donne a vivere nell'ignoranza e nella povertà.
Le donne Iraniane stanno lottando quotidianamente contro queste barbarie, vi invito a conoscere e condividere la causa di ADDI il movimento italiano a sotegno delle donne iraniane voluto e sostenuto magistralmente da Sonia Irani, un'altra grande donna.                  
Maryam Rajavi Presidente del Consiglio nazionale della Resistenza iraniana



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