mercoledì 3 aprile 2013

La rivoluzione siriana è anche delle donne

La popolazione siriana sta vivendo, sotto lo sguardo cieco della comunità internazionale, un vero e proprio crimine contro l'umanità! Non ne avevamo già visti abbastanza! La rivolta inizialmente pacifica si è ormai da più di un anno trasformata in un conflitto armato interno, nel quale anche l'opposizione si rende responsabile di crimini di guerra. Dal marzo del 2011 i morti non si contano più.
Non c'è tempo . Si fugge.
 Quasi 500.000 persone sono fuggite dalla Siria, verso la Turchia, la Giordania, il Libano vagando  con poca o senza,  acqua, cibo e medicinali.
 Uno scenario raccapricciante. Il prezzo più alto lo stanno pagando i bambini e le donne.
In questo scenario da "barbarie umana" riescono a dar voce delle attiviste dei diritti umani, individualmente o all'interno di comitati sorti spontaneamente. Per questa loro attività sono costantemente nell'occhio del mirino rischiando la vita quotidianamente.

Razan Ghazzawi è una blogger di fama innternazionale, negli ultimi mesi è stata arrestata due volte:nel dicembre del 2011 mentre si recava in Giordania per partecipare ad un seminario sulla libertà d'informazione, nel febbraio del 2012 nel corso di una retatta delle forze di sicurezza nel Centro siriano per la libertà di stampa e d'espressione. E' stata rilasciata su cauzione ma è a rischio di corte marziale.

Yara Badr rischia una carcerazione dura per l 'insistenza con la quale chiede il rilascio del marito, tenuto prigioniero poichè attivista  del Centro siriano per la stampa e la libertà.

Fadwa Soliman era una delle attrici più famose della Siria. Quando cominciò la rivolta nel suo Paese, decise di diventare attivista . I genitori a seguito della sua scelta, la diseredarono poichè convinti sostenitori del presidente Assad. Per rendersi irroconoscibile si tagliò i capelli e dopo mesi di militanza e latitanza è riuscita a fuggire in Francia.

Razan Zaithouni è una delle dirigenti del comitato di coordinamento dei diritti umani, cercando con enorme sforzo e difficoltà di aggiornare il numero delle vittime e di dar loro un volto ed un nome. Dal regime siriano è stata accusata di esser una spia straniera. Il marito è attualmente detenuto in carcere.

Queste sono solo alcune delle donne che partecipano alla rivoluzione siriana, concludo con le parole di Razan Zaithouni,  " Vivere non sapendo cosa può accadere tra un attimo non è facile. Ma sappiamo che il prezzo  che sto pagando io è ben poca cosa rispetto a chi a perso la vita, di chi è in prigione, di chi viene torturato. "
Nonostante tutto queste donne  con la loro determinazione e speranza danno la forza a tutto il popolo per continuare a lottare per la libertà.

Non lasciamo sole Razan, Yara, Fadwa e Razan,. E' vero che anche nel nostro Paese stiamo vivendo un momento particolarmente complesso dal punto di vista socio-economico.
Ma una delle opportunità per  affermae che  nel nostro Paese esistono anche "delle Donne Sagge ",è quello di non limitare lo sguardo alla nostra casa, bensì di allungare una mano di solidarietà nei confronti di chi sta vivendo una vero e proprio massacro.
Approfondire  la nostra conoscenza su quanto sta avvenendo in Siria e parlarne può essere loro d'aiuto.
La conoscenza deve rendere solidali e partecipi.
Il silenzio è consenso!

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