giovedì 11 aprile 2013

Grande concessione alle Donne Saudite: pedalare è bello!

L’autorità religiosa dell’Arabia Saudita permette alle donne di andare in bici, ma a patto che siano coperte e accompagnate da un uomo
Arabia Saudita – Una piccola ma importante conquista quella delle donne saudite, alle quali è statofinalmente concesso il permesso di guidare bici e moto. È quanto riporta il quotidiano Al-Youm, che cita una fonte della Commissione per la promozione delle virtù e la prevenzione del vizio. Il permesso è limitato all’uso ricreativo, quindi alle aree come i parchi o il lungomare e non può essere allargato all’uso della bici come mezzo di trasporto. Inoltre, coloro che vorranno usufruire di questo permesso dovranno essere accompagnate da un tutore (wali) “in caso di cadute o incidenti” e indossare l’abbigliamento adeguato, l’abaya islamico, che le copra da capo a piedi , immaginate quindi con quali difficoltà.
La stessa commissione ha ribadito di non aver mai vietato alle donne straniere di circolare in bici e, inoltre, consiglia, alle saudite che decideranno di farlo, di tenersi alla larga dalle zone con manifestazioni giovanili per evitare il confronto con gruppi di protesta. L’annuncio dell’autorità religiosa arriva dopo il grande successo del film saudita “La bicicletta verde” (Wadjda), diretto dalla regista saudita Haifaa al-Mansour, che racconta la storia di una bambina di 11 anni che sogna di avere una bicicletta, ostacolata dalla società conservatrice e tradizionalista in cui vive.
Ancora lontano il sogno di poter guidare un’automobile, nonostante tutte le proteste che le attiviste saudite portano avanti, anche attraverso campagne di sensibilizzazione come “Women to Drive” (nota su Twitter con l’hashtag #women2drive), con a capo militanti come Manal al-Sherif.
L’Arabia Saudita segue un’interpretazione molto rigida e conservatrice della Shari’a e le donne vivono ancora grandissimi impedimenti nella vita quotidiana e lavorativa: oltre alle forti limitazioni nell’abbigliamento, non hanno accesso ad alcune cariche pubbliche, non possono lavorare come colf, hostess e ingegneri,avvocati o svolgere professioni considerate “usuranti” dal punto di vista psicologico o fisico e tutte quelle ritenute “pericolose” o “inadatte”. Tuttavia da qualche tempo sembra esserci un’apertura, benché minima, per quanto riguarda la condizione femminile: è stato loro concesso di partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012, di far parte della Shura (il Consiglio Consultivo) del regno e quello di candidarsi alle prossime elezioni municipali, che si svolgeranno nel 2015.
Una situazione, quella dei diritti delle donne in Arabia Saudita, ancora molto lontana dagli standard occidentali, ma il percorso avviato sembra dare speranza e gettare le basi per una parità dei sessi in un Paese in cui questa è ancora molto lontana.

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