martedì 17 settembre 2013

Iran-Iraq : Il grave silenzio sui 52 dissidenti massacrati e i 7 ostaggi

La mia vicinanza al Popolo Iraniano, oppositore al regime dei mullah, costretto a vivere al fuori del proprio Paese è nata con l’adesione al movimento ADDI (Associazione Democratica Donne Iraniane), coordinato magistralmente da Sonia Irani. Nel tempo si sono creati altri legami sia nel nostro Paese che in Francia, dove da anni risiede Maryam Rajavi, Leader indiscussa della Resistenza Iraniana. Per questo mi sarà difficile dimenticare quella domenica del 1° Settembre , quando molti dei miei amici iraniani hanno perso amici, parenti. Hanno subìto una violenza fisica e psicologica non facile da dimenticare.

Nella oscura notte che ci accompagnava al primo settembre da poco trascorso, in terra irachena a Camp Ashraf dove erano ospitati dissidenti del regime iraniano, è avvenuta una vera e propria mattanza . 52 dei 100 residenti  sono stati uccisi dai militari iracheni. Alcuni di loro avevano le mani legate dietro la schiena.
Erano, intellettuali, giornalisti, persone della cosiddetta società civile, che non si sono mai piegati ai dettami
del governo dispotico dei mullah. Proprio per evitare quanto loro successo in terra irachena, avevano   lasciare il loro Paese.  I sopravvissuti hanno raggiunto  il vicino Camp Liberty dove sono ospitati circa 3.000 rifugiati politici iraniani. Sette sono tuttora ostaggi degli iracheni.
 L’evento non ha avuto la giusta  visibilità mediatica, ne l’immediata reazione da parte di coloro che li dovevano tutelare, in nome della Quarta Convenzione di Ginevra, e dei diritti umani . E’ stato un attacco  alla comunità internazionale , anche se come tale non è stata recepita. USA e ONU e Iraq  avevano siglato un accordo per la tutela dei residenti dei Camp Ashraf , ma forse in quel momento hanno avuto un attimo di distrazione. Ora non dobbiamo permettere e permetterci alcuna distrazione poiché  7 persone , 6 donne e 1 uomo, sono tutt'ora ostaggi e rischiano la loro  vita.
 I sopravvissuti hanno raggiunto il vicino Camp Liberty dove sono ospitati circa 3.000 dissidenti politici iraniani i quali  da più di dieci giorni hanno intrapreso lo sciopero della fame finalizzata alla richiesta del rilascio degli ostaggi.
Quanto avvenuto recentemente, seppur non nella reale drammaticità, era ben percepita dai vertici e dalla base che costituiscono il Movimento di Resistenza. Molti segnali premonitori giungevano da Camp Ashraf, mancata erogazione dell’elettricità, dell’acqua potabile, difficoltà nel fornirli di beni di prima necessità.  Altri movimenti all’interno del campo , venivano percepiti come presagi nefasti. Venutone a conoscenza, il Movimento di Resistenza Iraniano ,  ADDI  hanno immediatamente lanciato numerosi appelli alle autorità internazionali  e alla comunità per richiamare l’attenzione  su Camp Ashraf . Il grave problema siriano ha catalizzato tutta l’attenzione  a fine agosto, sicché a loro voce non ha raggiunto chi aveva il dovere di ascoltare ed intervenire.
Dopo giornate di lutto ora deve seguire la lotta. Sei donne e un uomo sono tenuti in ostaggio da sedici giorni nelle mani della “divisione sporca” e “dell’organizzazione della lotta contro il terrorismo “ a cui fa capo il Generale  iracheno Maliki  al servizio del regime iraniano. Sono detenuti nei pressi dell’aeroporto di Bagdad , in condizioni disumane e con la consapevolezza di poter essere trasferiti in Iran  e di quanto li spetta!  Se gli Usa e l’ONU  non hanno mantenuto la promessa di proteggere Camp Ashraf , devono agire ora, per difendere chi rischia di essere estradato,  torturato ed ucciso. Per questo si è creato un movimento collettivo finalizzato ad inviare più  lettere sia al Segretario Generale Ban Ki moon che al Segretario di Stato americano Kerry per avviare al più presto una trattativa per il loro rilascio. Con il  ritardo che le contraddistingue, anche alcune diplomazie europee stanno sostenendo la causa. La nostra ministra degli esteri Emma Bonino, l’ex Ministro Giulio Terzi ed altri sei parlamentari europei italiani , si sono uniti all'appello espressi a favore di un intervento di mediazione al fine di liberare gli ostaggi.   
Gli Iraniani  anelano alla libertà. Anche la Resistenza Iraniana  vuole la fine del barbaro governo dei mullah!
 52  uomini e donne , sono stati uccisi da militari iracheni. Alcuni di loro avevano le mani legate con lo spago dietro la schiena, ed un colpo di fucile alla testa ha posto fine alla loro esistenza.
   
Nuccia Decio                                  

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